RECENSIONE della webzine HARDSOUNDS a cura di Francesco Tortora:

Davvero sorprendenti, questi “The Deadwalk!”.
Nonostante un aspetto da indie band debosciata, il gruppo si rivela invece esecutore di un ottimo e divertente punk ‘n’ roll ben suonato e, per molti versi, persino innovativo, con taluni spunti indie rock (pochi, a dire il vero) e qualche digressione nel crossover alla Suicidal Tendencies (o alla Beastie Boys, se preferite), come nella bella “My Voice”.

La voce femminile di Patty (che ha lasciato la band poco dopo le sessioni di registrazione del disco) e quella mascolina del singer Marce duettano per creare delle linee vocali davvero entusiasmanti: proprio quello che ci vuole per accompagnare la loro musica!
Buona è anche la prova del resto della band ed in particolare della chitarra solista di Ale, che impreziosisce i brani presenti su questo “Super Boring Music” con arrangiamenti non particolarmente complessi ma dall’effetto immediato sull’ascoltatore.
A dire il vero, il titolo dell’album è decisamente fuori luogo per descrivere la musica della band, che tutto è tranne che noiosa: lo si capisce subito con la prima traccia del disco, la anthemica “Don’t Give A Damn” (introdotta da una breve intro di pianoforte), un vero e proprio inno per i Deadwalk!, i quali rivendicano il diritto di fare la propria musica fregandosene delle opinioni della gente.
La seguente “Work” si scaglia invece contro un lavoro che aliena l’uomo privandolo della sua individualità: qui i ritmi si fanno più punk in senso stretto, sfiorando l’hardcore ma non rinunciando ad alcuni spunti più rockeggianti. Spunti rock che emergono poi, ancora più chiaramente, nella successiva “Bad Violins”, dove è la voce di Patty a farla da padrona.
L’hardcore riaffiora invece nella tirata “Unscarred” e nella militante “Your Government”, introdotta dallo spezzone di un discorso di Malcom X. Fra le due songs però troviamo la già citata “My Voice”, che lascia spiazzati per i suoi ritmi crossover e rap-metal, pur risultando alla fine un ottimo pezzo.
Ma non è certo finita qui: con “Lies & Shadows” la band ci mostra tutta la sua anima indie, “Empty Head, Empty Words” è un pezzo hardcore, ancora indie con “No More Broken Dreams”; troviamo invece idee metal in “Not Granted Room”, mentre il crossover riemerge in “Dry” e nella title-track.
E’ insomma piuttosto eterogenea la musica dei Deadwalk!, tanto che rischia di risultare piuttosto indigesta. Bisogna però apprezzare gli sforzi del quintetto lombardo (ormai quartetto, dopo la partenza di Patty) di tentare di suonare una musica leggermente innovativa.
Non che siano all’avanguardia, sia ben chiaro: di uscite come questa, di questi tempi, ce ne sono parecchie; però il mix di generi messo in campo dai Deadwalk! diverte invece che annoiare, e questo non è poco. Se riusciranno ad affinare un po’ di ingenuità, soprattutto a livello compositivo, che spero essere dovute al fatto che questo per loro è solo il secondo disco, sono sicuro che anche loro saranno in grado di dire qualcosa nel panorama musicale italiano.

Se siete stufi del solito punk ‘n’ roll e cercate qualcosa di divertente e ben suonato, puntate pure sui The Deadwalk!

VOTO: 67

RECENSIONE della webzine ON TH3 ROAD a cura di Christian Franchini:

Dopo il debutto di "Full energy Shock" la formazione attivadal 1998, The Deadwalk torna con il nuovo album, ricco di grinta e potenza punk n'roll dove il gruppo riesce a creare un proprio sound, si tratta di un mix tra punk, r'n'r, hardcore, rock e crossover (quest'ultimo genere, sopratutto nella bella "My Voice", che ricorda molto la musica dei grandiosi Besti Boys.) Più che discrete le part di chitarra e la voce della vocalist Patty (purtroppo ha lasciato la band, finite le registrazioni dell'album) e di Marce fanno combaciare melodia e potenza. Da segnalare le tracce migliori: "Not granted room" , la già citata e bella "My Voice", "Dry", "Your Government", "Bad Violins" e l'omonima title-track. Che dire? un buon disco, continuate così ragazzi, la strada è già tutta in discesa.

VOTO: 7,5

RECENSIONE della webzine TROUBLEZINE a cura di Max Rozzo:

I Deadwalk arrivano dalla provincia di Cremona e con “Super Boring Music” giungono alla loro seconda prova (anche se per me sono una novità, prima non avevo mai avuto modo di ascoltarli). Un secondo album molto ben registrato (suoni veramente eccellenti) e confezionato (nel senso che mi piace l’artwork, semplice ma che colpisce) e che mi fa scoprire una band piuttosto originale.
I Deadwalk potrebbero tranquillamente essere catalogati come punk/hc, tuttavia “Super Boring Music” mette in luce una certa personalità nel proporre il suddetto genere. 12 brani (più intro e outro al disco) in cui si svaria molto, senza mai alzare il piede dall’accelleratore. Si parte con una scarica di 3 punk song (peraltro le mie preferite dell’intero album) di derivazione quasi stradaiola, in cui ciò che colpisce maggiormente è l’alternanza di cantato maschile e femminile, dato dalla voci di Marce e Pat (la bassista, che però ha lasciato la band poco dopo la registrazione dell’album). Mi vengono in mente alcune produzioni Hellcat, tanto per fare un paragone.

Si passa poi all’hc violento di Unscarred, Empty Head, Empty Words e Not Granted Room, passando per un brano come My Voice, dall’andamento crossovereggiante, in cui il cantante si presenta come un “hardcore fuckin’mc” e passa poi la parola alla bassista (bella l’idea). Ma con Your Government si torna al punk (in effetti è il brano più breve) e con Lies & Shadows (bella canzone, anche questa cantata da Pat) si esplorano i territori dell’indie rock. Dry invece è un po’ la summa di tutto, dato che in essa confluiscono anche influenze metal e ancora crossover, e il cantato si divide tra parti pulite, parti roche e parti con la voce filtrata (e proprio per tutto questo è un pezzo che mi piace poco, ricordandomi molti dei gruppi  che van di moda adesso e che io ripongo nello scompartimento “immondizia”).

Il cd non è affatto male, a chi ha la mente aperta (musicalmente parlando) piacerà sicuramente. A me non dispiace, anche se mi chiedo se dal vivo la resa dei pezzi (tutti molto lunghi, si superano sempre i 3 - 4 minuti di durata tranne che in un caso) possa essere pari a quella da studio (a maggior ragione con la perdita della voce femminile). Se prima o poi avrò modo di vederli in azione vi dirò!

RECENSIONE della webzine SOWDUST a cura di Laura Gorini:

I Deadwalk, band formatasi nell'estate del 1998 a Cavaltone ( Cr), ritornano a farsi ascoltare dal grande pubblico con Super Boring Music, un album definito dal carismatico Marce, voce e leader del gruppo, come un mezzo per esprimere la loro ribellione, il loro dissenso e la loro sentimento di frustazione,consapevoli di avere a disposizione un veicolo decisamente potente come la Musica per manifestare apertamente le proprie idee, nonchè per farsi coraggio ed andare avanti, tenendo duro anche nei momenti più complicati e difficili.

Indubbiamente si percepisce quindi fortemente l'impegno sociale e politico che il quartetto abbia voluto trasmettere ai propri pezzi, quattordici in tutto, se si considera anche l'intro , la traccia numero uno, intitolata Introduction to Glow, che risulta essere piuttosto suggestiva e decisamente "fuori dal coro" rispetto agli altri brani presenti.

La voce principale di Marce, roca,graffiante e potente al punto giusto, senza mai strafare, trova un delizioso e accattivante connubio con quella femminile di Patty che ha abbandonato il gruppo non appena si sono concluse le registrazioni di questo interessante album presso il prestigioso e rinomato West Link Studio di Cascina (Pi), ad opera di Ale Sportelli e di Ale Paolucci.

La band con questo nuovo lavoro, prodotto dalla label veneta della Derotten Records di Seby e Mendez dei Derozer, riesce a mettere in atto una sorta di affascinante viaggio musicale nel mondo del Rock passando con una certa disinvoltura dal punk rock 'n' roll più classico ( Don't give a damn), al puro e semplice crossover ( My voice), al power rock ( Lies e Shadows), senza dimenticare sfumature persino hardcore, metal e indie rock.

Super boring music è certamente un buon lavoro che permetterà ai Deadwalk di farsi apprezzare anche da quella fetta di pubblico che in passato non era rimasta particolarmente colpita dalla musica del gruppo.

Da tenere d'occhio

VOTO: 7/8

RECENSIONE della rivista PUNKSTER a cura di Luca Mattioda:

Super Boring Music è il titolo dell'ultima fatica dei DEADWALK dopo l'esordio del 2002. Punk Rock ma non solo, per la band cremonese, che si cimenta anche in pezzi power rock come la traccia dal titolo "Lies & Shadows" (la migliore) per passare al crossover puro come in "My voice" a brani in stile più punk'n'roll come "Don't give a damn" per un lavoro abbastanza vario ma non sempre alto qualitativamente. Piacevole il duetto vocale tra i due cantanti Marce e Patty che è (a mio parere) la vera forza del gruppo..

VOTO: 3/6

 

RECENSIONE della webzine TAXI-DRIVER a cura di Dale P.:

Sulla scrivania ho un bel po' di materiale della Derotten Records. Così come di altre pazienti etichette. Penso che dovrei cercarmi nuovi collaboratori: il tempo scarseggia e paradossalmente più musica ascolti più credi di riuscire a giudicare una band dal nome, dalle foto o dalla copertina.

Pesco a caso e vedo 4 ragazzi in jeans e felpe. Uno con la maglietta dei Guns'n'Roses e un altro con la felpa dei grandi Shai Hulud. Aggiudicati, adesso è il loro turno!

Sono di nuovo fottuto: non ho bisogno di altri collaboratori! Altrimenti rischierei di perdermi simili gioielli!!! I Deadwalk sono, infatti, una bomba sparata sulla faccia!Immaginatevi come suonerebbero gli X venticinque anni dopo. Ritmi serratissimi (ma non solamente hardcore), voce urlata (un po' alla Fugazi) e riff rock'n'roll! La definizione migliore è della band: "Rock'n'Roll-Core".

Dispiace che nella formazione attuale non sia più presente Pat, la Exene Cervenka che si sente nel disco. Dispiace perchè la sua era una bella sfumatura di colore che dava maggiore varietà alla band (già parecchio varia nel suo incidere), c'è possibilità di cambiare idea??

Del disco in questione piace la grinta della band, le notevoli idee e gli ottimi spunti offerti. Certamente una band da appuntarsi, non cambierà le sorti della musica ma è testimonianza che il rock è sempre vivo e vegeto e in grado tutt'oggi di dare grandissime emozioni.

VOTO: 4/5

RECENSIONE della webzine STAYPUNK a cura di Davide:

Un uscita dopo l'altra per la Derotten che ha concentrato gli sforzi negli ultimi mesi del 2005 mandando alle stampa Inerdzia, Impossibili, Nettezza Umana, Solecismi Pedestri ed appunto i Deadwalk. Anche se la quantità non sempre è sinonimo di qualità l'impressione è che l'etichetta si sia risollevata dopo qualche uscita un pò discutibile, impressione confermata dall'ascolto di questo disco, o almeno in parte. Infatti si parte subito bene, punk-rock onesto e coinvolgente, cantato in inglese (una verà rarità in casa Derotten) e reso originale dall'aggiunta di una seconda voce femminile, la bassista Pat, la cui bravura dà quel tocco in più che non guasta.

I riff grezzi ed old school sono elaborati in maniera fresca ed innovativa, accontentando sia gli appassionati dei suoni "duri e puri" che gli animi più melodici non disdegnando contaminazioni crossover. La dolce ma graffiante voce di Pat è in genere relegata a pochi versi nel corso dei brani tranne che in "Bad Violins" e "Lies & shadows" (di cui è autrice anche della musica), dove canta da sola, sono questi i brani più melodici ma non sfigurano affatto. Fin qui sembra tutto rose e fiori, cos'è che non va in questo disco? Il problema è che dura ben 47 minuti, davvero troppi per un disco punk rock, rendendo alla lunga l'ascolto di difficile digestione.

Adesso, chi ha letto altre recensioni in cui mi lamentavo della scarsa durata dei dischi potrà pensare che sono incontentabile ma il mio parere è che i dischi punk dovrebbero durare tra i trenta e i trentacinque minuti (a meno che non ti chiami Rancid, Social Distortion e roba simile). Fondamentalmente non ci sono brani messi lì giusto per far numero, quindi non si sarebbe dovuto eliminarne qualcuno ma più che altro accorciarne la durata, vsto che molti viaggiano sui quattro minuti tendono poi a ripetersi. Condensando quindi il disco in tempi minori si sarebbero raggiunti risultati migliori, anche se il disco rimane comunque interessante anche così.

Bisognerà vedere quale sarà ora il futuro del gruppo dopo l'uscita della cantante/bassista Pat (ma perchè non c'è neanche la foto sul booklet??), è stato già trovato un sostituto ma l'impossibilità di giocare con le due voci costituirà di certo un grave limite.

RECENSIONE della webzine DONE AND DONER a cura di Billie Joe:

Recensione: Non c'è che dire, questo quartetto, dalla provincia di Cremona, SPACCA DI BRUTTO!! e lo dimostrano con questa loro seconda fatica (esiste un precedente EP "Burn My Amp" e il primo vero cd "Full Energy Shock").

Nonostante il gruppo venga da trascorsi punk rock (e si sente…), il cd rappresenta una vera rassegna di tutti i generi sulla scena rock! Il cd è aperto da un intro di pianoforte che sfuma nella seconda traccia "Don't Give A Damn (Dw Here)" caratterizzata da un bell'inizio molto punk'n'roll classico… poi si continua lanciati nell'hardcore della traccia "Work" dove possiamo apprezzare la voce del cantante che, come dire... è rauca al punto giusto! Poi punk-rock a palla nella canzone "Bad Violins", e …sorpresa…troviamo del classico cross-over nella sesta traccia. Come dicevo prima tutte le sfumature sono toccate….

Da segnalare è pure la canzone che dà il titolo all'album, un veramente gradevole indie rock. E' importante dire che questo è un gruppo cosciente del grande strumento mediatico che ha in mano…LA MUSICA!! Lo possiamo notare molto dai testi (es:"Your Government") alcune volte dirette alla politica, altre indirizzate alla società… Infine c'è da far notare che in buona parte del cd è presente la voce femminile di Patty che, purtroppo, ha lasciato il gruppo durante la registrazione del cd, avvenuta peraltro nello studio West Link di Cascina (PI) nel Marzo 2005. A mio parere è un peccato poiché trovavo originale e gradevole questa disposizione.

Vi lascio con un consiglio dato dai Deadwalk: PLAY IT AT MAXIMUM VOLUME!!! Credetemi non vi dispiacerà.

VOTO: 4,5/5

RECENSIONE della webzine LAMETTE a cura di Ermete:
 

 Ero un po' giù di corda questi giorni, e ascoltando questo disco mi è tornato subito il buon umore... come si dice, il punk rock ti da sempre una mano, 'fanculo tutto il resto! Ottima produzione della Derotten Records, questo disco dei Deadwalk. Attivi a quanto pare dal 1998: una band di quattro elementi che si avvale di tanto in tanto dell'ausilio di una voce femminile niente male, che viene segnalata anche all'interno del booklet. A loro vanno i miei sentiti complimenti, dato che era un bel po' di tempo che non mi colpiva in questo modo un disco punk rock prodotto in Italia (a parte, ovviamente, tutte le bands che già conosco e amo).

 Il quartetto, che si definisce rock'n'roll-core ha influenze indubbiamente street rock, alternate a potenti sterzate core, che non stonano affatto, anzi ci stanno da paura, come un bel calcio nel culo dato a una persona che hai sul groppone (metaforicamente).

Una scalettona di 14 tracce, registrate tra l'altro coi controcazzi, che scendono giù dolcemente come una buona Adelscott, e ti lasciano un bel retrogusto alla fine. Niente cover, solo ed esclusivamente pezzi loro per una buona e sostanziosa durata, giusto il tempo di farsi sanguinare i timpani. Che altro volete sapere di più?

Comprate il ciddì, che tra l'altro ha anche un prezzo modico, e non ve pentirete di sicuro dopo averlo fatto!

Scusate, ma adesso vado a drogarmi... un abbraccio.

REPORT di TROUBLEZINE sul concerto del 04-03-2006 al CS VITTORIA a cura Max Rozzo:

Sabato 4 marzo il calendario dei concerti è zeppo di eventi interessanti ma piuttosto irraggiungibili (Cockney a Siena, Leeches e Deloreans alla Skaletta…). Per cui si opta per qualcosa di più ragionevole come distanza (centro sociale a 10 minuti da casa) ma altrettanto allettante come band, tanto più che non avevo mai visto nessuna delle 2.
Si arriva al Vittoria per le 22 e si rimane una buona mezzora a cazzeggiare fuori. Nel mentre si nota che le persone che entrano nel c.s. sono ben poche ed infatti quando facciamo ingresso i presenti, oltre alle band, si contano sulle dita…


I primi a salire sul palco davanti a uno scenario così spoglio sono i Deadwalk, quartetto punk/hc della zona di Cremona che sta promovendo il loro secondo lavoro ("Super Boring Music"). Recensendo il cd (che mi è piaciuto) mi domandavo se dal vivo la resa dei pezzi (soprattutto di quelli orientati più sull'hc o sul crossover) potesse piacere anche a uno poco aperto mentalmente come me.
Bene, ora che ho visto la band posso tranquillamente dire che i Deadwalk hanno un sound che spacca!! Fermo restando che i brani crossover non mi piacciono (questa sera mi pare ne abbiano eseguiti 2 o 3), quando si calcano i tasti del punk (splendido l'inizio con Don't Give A Damn) o dell'hc più urlato i 4 ci sanno fare e mi pare che i pezzi in cui su disco compare la voce femminile (della bassista, che poi ha lasciato il gruppo) non risentono per nulla di tale mancanza. Inoltre l'audio è perfetto ed aiuta la band a confezionare un concerto potente anche se con qualche pausa.


Tocca poi ai punkrockers piemontesi Killdaddies, il cui disco di esordio, uscito da pochissimo, è uno dei miei ascolti preferiti di queste ultime settimane.
Praticamente andavo a colpo sicuro, nel senso che ci avrei scommesso che la band mi sarebbe piaciuta un bel pò. Datemi i Ramones, gli Screeching, i 3 accordi & i 4/4 ed io sono contento! Infatti dopo 30 secondi del primo pezzo io e il Kallo ci guardiamo con sorriso di compiacimento, la testa che va su e giù e il piede che continua a battere per terra. Suonano quasi tutto il cd, compresa la cover degli Screeching, cantata da Gio, aggiungendo anche qualche pezzo nuovo (come poi mi dirà Gio a fine concerto, nel prossimo futuro per la band potrebbe esserci uno split su 7" per un'etichetta americana: in bocca al lupo!).
Peccato solo che in sala non si sia più nessuno, esclusi noi, i Deadwalk e quelli del posto… Personalmente mi piace un casino come suona il batterista Manzio, che macina i 4/4 velocissimi e piazza dentro rullate e stacchi semplici e precisi come piacciono a me (anzi diciamo la verità: come mi piacerebbe esser capace di fare!). Da segnalare anche che il chitarrista suona con 10 punti di sutura alla mano, per cui complimenti a lui!
La serata sembra volgere al termine: 4 chiacchiere al banchetto, un'occhiata alle distro, saluti alle band… però… però non è affatto tardi ed il Boccaccio a Monza non è affatto lontano: ed allora via a vedere finire il concerto dei Rappresaglia!


RECENSIONE della rivista ROCKSOUND a cura di Giuseppe "Pepe" Carpitella:

Contravvenendo a quanto affermato nel titolo, la musica dei Deadwakl appare tutt'altro che noiosa, anzi. Qualitativamente la formazione proveniente dalla provincia di Cremona ha tutte le carte in regola per lasciare un segno tangibile nell'area punk italiana. 

Dotati di un'apprezzabile grinta e condotti da un duo vocale dalla discreta personalità (bella la voce roca di Marce e perfettamente abbinata quella femminile di Patti, che ha però lasciato la band subito dopo la registrazione dell'album), I Deadwalk giungono con "Super Boring Music" alla loro seconda prova a tre anni dall'esordio e con un bagaglio di esperienza che si fa sentire all'interno dei quattordici brani, costituiti da un punk hardcore di stampo americano. 

Praticamente la risultante di una ipotetica fusione tra Rancid e Distillers, in cui la vena compositiva dei lombardi si esprime nella sua pienezza, dando alla luce un lavoro piacevole con tutte le componenti al posto giusto.

VOTO: 7/10

RECENSIONE della webzine PUNKADEKA a cura di Marepunk:

 Dopo Inerdzia, Impossibili e Nettezza Umana la Derotten Records sforna un altro disco da copertina, si tratta dei cremonesi Deadwalk, band formatasi nel 1998 e che nel 2004 concretizza anni di concerti e di sbattimenti decidendo di registrare un disco di ottima qualità. Il risultato, è decisamente apprezzabile. Nonostante la band non abbia un’originalità assai pregnante, ammetto che alcuni brani sono di grande effetto. La Traccia sei, “My voice”, è davvero bella, da riascoltare più e più volte, oltre alla traccia otto, “Lies & Shadows”.

Una cosa importante: nel disco canta alcune parti vocali l’ex bassista Pat, una ragazza, che ha lasciato il gruppo prima del mixaggio finale. Un vero peccato, la sua voce, in puro stile Back Chats, dava un tocco in più alla band.

Una caratteristica di questo disco è la sua varietà stilistica, i brani infatti attraversano atmosfere rock, hardcore, indie, e persino crossover, cosa che fa onore ai Deadwalk e al loro atteggiamento non certo di tendenza tra le band che emergono nel panorama punk-rock italiano. Questo non significa che tutti i pezzi siano impeccabili e indimenticabili, infatti il disco dura quasi cinquanta minuti e qualche brano passa un po’ inosservato, ma nessun pezzo fa storcere il naso, quindi il disco non presenta evidenti cadute di ritmo.

Quattordici pezzi incazzati e convincenti, nonostante la carenza di parti di chitarra solista, che avrebbero alzato il giudizio finale, infatti quando sono presenti danno un’impressione migliore della band lombarda. Molto elegante la batteria, azzeccati anche i suoni che non la rendono pesante ma esaltano la precisione del drummer.

In conclusione, una buona prova che conferma anche il buon momento dell’etichetta di Seby, augurandoci che i Deadwalk sopperiscano alla lasciata di Pat con prossimo lavoro all’altezza di questo.

RECENSIONE della webzine ROCK ON a cura di Pulcifero:

I Deadwalk sfornano con "Super Boring Music" la loro seconda uscita dopo l'esordio "Full Energy Shock" del 2002.
Grinta e potenza sono le caratteristiche del gruppo lombardo che riesce a proporre un bel disco energico dove punk rock e hardcore risultano essere le coordinate principali, ma con puntate molto ben riuscite nel campo del crossover ("My Voice"), del metal e dell'indie rock, caratterizzando così con molta personalità e varietà le 14 tracce di cui si compone il disco.
Interessante l'accoppiata vocale composta dalla voce maschile roca di Marce che riesce a fondersi perfettamente con la potenza sonora tessuta dal gruppo e dalla voce di Patti, in bilico tra il melodico e l'incazzato.
Un bel disco quindi, vario, personale e di alta qualità, per una band che stupisce non poco con questo lavoro

RECENSIONE della webzine KATHODIK a cura di Michele Panuccio:

Dopo un bell’intro di piano comincia questo lungo full lenght con quello che è uno dei brani migliori dell’album Don’t Give a Damn (Dw Theme) pieno di coretti accattivanti; il secondo Work mi piace anche di più infatti, lanciato in velocità, rappresenta un buon esempio di punk rock targato 2005 e reso più interessante dalle incursioni di una seconda voce femminile. La voce femminile prende il sopravvento in Bad Violins brano che porta con se reminiscenze di gruppi storici come X e Avengers.
Da Unscarred al crossover di My Voice, fino all’hard rock di No More Broken Dreams.
Singolarmente i brani sono anche ineccepibili, tuttavia non posso eludere la sensazione che quest’album, nella ricerca di originalità, rischia di cadere nella logica di non voler scontentare nessuno a scapito di compattezza ed omogeneità.
Una citazione dei Gorilla Biscuits per la canzone più hardcoreggiante del CD Empty Head, Empty Words. La chiusura è affidata di nuovo al piano che suona sullo sfondo di un vinilico fruscio.
L’album è ben prodotto e suonato, un prodotto un po’ patinato per un punk troppo edulcorato e luccicante. 

VOTO 3,5/5

RECENSIONE della webzine PUNKWAVE a cura di Piero di Battista

La Derotten Records ha già dato prova della sua abilità nel sapere selezionare le migliori realtà punk rock italiane, ed anche stavolta non ha assolutamente fallito credendo nelle potenzialità dei Deadwalk. Il combo lombardo propone infatti, con un'invidiabile personalità, un buon prodotto prevalentemente punk hardcore, con punte di rock'n'roll, ma anche cimentandosi in un discreto crossover, coniugando il tutto nel tentativo, riuscito, di crearsi una propria identità. Provenienti da Cremona ed attivi dal 1998, prima di questo "Super Boring Music" i Deadwalk hanno all'attivo già un album intitolato "Full Energy Shock", uscito nel 2002 per la Lambrusko Records. La loro carriera quasi decennale è contrassegnata da vari cambiamenti nella formazione, concorsi, e tanta musica dal vivo, anche supportando gruppi ben più noti come Derozer, Los Fastidios e Terrorgruppe.

"Super Boring Music" è composto da quattordici brani tutti cantati in inglese, compresi un intro ed un outro strumentali, per una durata complessiva di quasi cinquanta minuti. Dopo il pezzo introduttivo, il disco parte con notevole impatto sonoro, proponendo pezzi tendenti all'hardcore melodico come "Don't Give a Damn (DW Theme)" e "Bad Violins", che fanno risaltare le doti della bassista e seconda cantante Pat (la quale, tuttavia, ha lasciato il gruppo poco dopo la fine delle registrazioni del disco); i due brani sono intervallati da "Work", che invece suona più vicino allo street punk. Un piacevole crossover caratterizza invece "My Voice" e "Dry", con quest'ultima che sembra volere proporre un suono più moderno, prossimo al rap-core. Nella totalità del disco il sopravvento lo prende però certamente il punk hardcore melodico, interpretato in maniera ineccepibile in canzoni come "Your Government", "Empty Head, Empty Words", la ottima "No More Broken Dreams" e nell'altrettanto eccellente ma melodicamente superiore "Not Granted Room".

"Super Boring Music" è quindi un lavoro che si districa attraverso orizzonti musicali anche piuttosto differenti, pur senza mai smarrire un comune filo conduttore; il tutto è poi valorizzato da una registrazione di degna qualità e dalla generosità delle doti tecniche e vocali del gruppo. La scena italiana possiede dunque una realtà in più, che ha prodotto un disco da consigliare vivamente a tutti coloro che ancora pensano nello Stivale la scena punk hardcore sia in fase calante o addirittura assente.